Il Prof. La Mattina tiene un corso di Semiotica del gusto nell’ambito di Filosofia e teoria dei linguaggi (M-FIL/05) nell’Università di Macerata. Riportiamo la presentazione e gli obiettivi:
“Questo Corso – che si tiene qui per la prima volta – vorrebbe introdurre lo studente alla sfera del gusto intesa come luogo di mediazione tra natura e cultura, tra interiorità ed esteriorità. Fin dal taglio del cordone ombelicale l’infante fa esperienza della relazione tra cibo e sensorialità, fra ricerca del nutrimento e ricerca del senso. Fra i prerequisiti che possono giovare a una migliore comprensione dell’istanza semiotica v’è certamente la capacità di ricostruire i paesaggi alimentari, di riconoscere il ruolo che la commensalità ha e ha avuto nella storia personale, familiare (anche religiosa) e in quella delle culture (dall’idioletto, al socioletto, alla lingua gastronomica).
“Il cibo è al centro di una serie di trasformazioni e di scambi, che non riguardano solo aspetti nutrizionali o dietetici. Il cibo è un potente vettore del senso. La Semiotica del Gusto aspira a cogliere le intersezioni di senso che orientano il percorso del cibo: dalla preparazione alla consumazione, dalla descrizione alla delibazione. Ciascuna di esse lascia traccia nelle sfere sociali. Vari linguaggi parlano oggi del cibo: la stampa, la tv, i social; ma il cibo è esso stesso un linguaggio che parla di sé e di altro: parla delle culture, della storia, delle distinzioni sociali, dei riti che gli uomini mettono in campo per condividere e negoziare le proprie istanze percettive: è il cibo che permette la costituzione di un corpo sociale. Vari sono i luoghi del cibo: la cucina, la tavola, la vetrina, il bistrot, il ristorante, la cantina, ma anche lo spazio sacro del sacrificio, lo spazio pubblico della festa campestre.
“Il gusto è il senso attorno al quale ruotano i linguaggi del cibo. Gustare è introdurre in noi quell’altro da noi che vogliamo rendere parte di noi. Il gusto è una frontiera e uno spazio di trasformazione del senso.
(1) Lo studio semiotico del gusto potrà prendere le mosse dai linguaggi che parlano del cibo, della cucina, dell’alimentazione: il cibo parlato mobilita considerazioni estetiche, economiche, spesso anche erotiche. Nel racconto del cibo emergono trasformazioni che racchiudono senso: la preparazione / consumazione; la separazione / condivisione; l’offerta / ricezione; il crudo / cotto, e così via.
(2) Un altro importante capitolo riguarda i luoghi del cibo e del mangiare, la prossemica: spazi comuni, spazi separati, spazi durevoli come i refettori e spazi transitori come nello ‘street food’.
(3) Il cuore del nostro studio è però il linguaggio che porta il cibo a parlare: delle proprie origini, della cultura di cui è espressione, dell’articolazione dei rapporti fra individui, clan, gruppi sociali e politici (il cibo nelle mense e nelle feste di partito, nelle sagre).
(4) Poi c’è il cibo nella vita rituale: dai miti greci sul dono del grano, dell’ulivo o del vino, fino alle prescrizioni e i divieti alimentari dei popoli semiti, e fino al cibo kosher.
Not least, (5) alcuni cenni al cibo nella letteratura, nei romanzi di Camilleri o nelle serie televisive recenti.
Testi (A)dottati, (C)onsigliati
- 1. (A) Gianfranco Marrone Semiotica del gusto. Linguaggi della cucina, del cibo, della tavola Mimesis, Milano, 2016 » Pagine/Capitoli: capitoli da concordare col docente
- 2. (C) Gianfranco Marrone e Alice Giannitrapani (eds) La cucina del senso. Gusto, significazione, testualità Mimesis, Milano, 2012 » Pagine/Capitoli: da concordare col docente.
La Prof.ssa Cavalieri tiene un corso di Semiotica del gusto presso l’Università di Messina. La disciplina si propone di introdurre lo studente al linguaggio del cibo e del gusto e ai suoi molteplici significati sensoriali, culturali, cognitivi, emozionali, affettivi, sociali, mediatici e salutistici. Dalla natura alla cultura, dalla preparazione al consumo, dalla dimensione soggettiva a quella oggettiva, il gusto si configura come un senso tutt’altro che secondario o minore nella vita degli esseri umani, un senso che è il crocevia di una molteplicità di saperi e di sapori di cui spesso si ignora l’importanza anche per la mancanza di una cultura alimentare e del gusto.
Introduzione alla semiotica del gusto; gusto e olfatto nella filosofia e nella scienza; biologia e antropologia e del gusto; come si è evoluto il senso del gusto; il gusto come senso sinestetico; sapore e conoscenza; il gusto e le emozioni, i piaceri del gusto; la degustazione e i suoi aspetti linguistici; i molteplici piaceri del gusto; la dimensione conviviale e linguistica del gusto; la cucina come sistema di significati.
Testi di riferimento: R. Cavalieri, Gusto. L’intelligenza del palato, Laterza, Roma-Bari, 2011. R. Cavalieri, E l’uomo inventò i sapori. Storia naturale del gusto, Il Mulino. Bologna, 2014. R. Cavalieri, La passione del gusto. Quando il cibo diventa piacere, Il Mulino, Bologna, 2016
Categorie:P00- [SEMIOTICA DEL GUSTO]
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